Dai sentieri d’acqua mediterranei nei dintorni di Merano alle rogge alpine sul Monte Sole venostano: in molte regioni del versante alpino la scarsità di precipitazioni ha dato origine allo sviluppo di tecniche sofisticate per la raccolta, il trasporto e la distribuzione dell’acqua necessaria ad irrigare i campi nonché ad aumentare la produttività del terreno.
Dai ruscelli che sgorgano in alta montagna l’acqua fu convogliata in piccoli canali, le cosiddette rogge, e portata così nei campi per garantire l’approvvigionamento idrico all’agricoltura. In passato esistevano 225 rogge, fiancheggiate da 600 km di sentieri. Oggi l’irrigazione delle colture avviene per la maggior parte mediante condotte forzate, ma – per la gioia degli escursionisti – le rogge e i loro sentieri esistono tuttora.
Soprattutto in Val Venosta, un’area particolarmente povera di pioggia, incontriamo una fitta rete di questi canali d’irrigazione artificiali. I sentieri che si snodano accanto, originariamente creati per garantire l’accesso a scopi di manutenzione, sono oggi piacevoli itinerari che invitano a suggestive camminate. Seguite insieme a me il corso dell’acqua e scoprite le diverse fasce di vegetazione, che spaziano dai vigneti ai campi di mele fino a toccare i pascoli alpini.
Di particolare rilievo sono le rogge che compongono l’itinerario Sentieri d’acqua meranesi (roggia di Marlengo, roggia di Lagundo, roggia di Caines) nonché le rogge che da Juval portano a Castelbello e Laces.
Informazioni
Grado di difficoltà / Tipo di escursione: sentiero lungo le rogge del Meranese e della Val Venosta
Ubicazione: prevalentemente Gruppo di Tessa
Periodo ideale: da aprile a novembre